Il deidroepiandrosterone solfato plasmatico e il rischio di malattie cardiovascolari in uomini e donne anziani

Contesto

La riduzione dei livelli di deidroepiandrosterone solfato (DHEA-S) è stata associata in modo incoerente alla malattia coronarica (CHD) e alla mortalità. I dati sono limitati per quanto riguarda l’insufficienza cardiaca (HF) e l’associazione tra variazione di DHEA-S ed eventi.

Obiettivo

Valutare le associazioni tra bassi livelli di DHEA-S e variazione di DHEA-S e ricovero ospedaliero per HF, CHD e mortalità in adulti anziani.

Disegno

Il DHEA-S è stato misurato nel plasma conservato nelle visite 4 (1996-1998) e 5 (2011-2013) dello studio Atherosclerosis Risk in Communities. Follow-up per eventi incidentali: 18 anni per il livello di DHEA-S; 5,5 anni per la variazione di DHEA-S.

Impostazione

Comunità generale.

Partecipanti

Individui senza malattie cardiovascolari prevalenti (n = 8143, età media 63 anni).

Misura principale dell’esito

Associazioni tra DHEA-S e ricovero per HF, CHD o mortalità; associazioni tra variazione a 15 anni di DHEA-S (n = 3706) ed eventi cardiovascolari.

Risultati

Il DHEA-S al di sotto del 15° percentile specifico per sesso della popolazione in studio (uomini: 55,4 µg/dL; donne: 27,4 µg/dL) è stato associato a un aumento dell’ospedalizzazione per HF (uomini: hazard ratio [HR] 1,30, intervallo di confidenza [CI] al 95%, 1,07-1. 58; donne: HR 1,42, intervallo di confidenza [CI] al 95%, 1,07-1. 58).58; donne: HR 1,42, 95% CI, 1,13-1,79); il DHEA-S al di sotto del 25° percentile specifico per sesso (uomini: 70,0 µg/dL; donne: 37,1 µg/dL) era associato a un aumento della mortalità (uomini: HR 1,12, 95% CI, 1,01-1,25; donne: HR 1,19, 95% CI, 1,03-1,37). Negli uomini, ma non nelle donne, una maggiore diminuzione percentuale di DHEA-S è stata associata a un aumento dell’ospedalizzazione per HF (HR 1,94, 95% CI, 1,11-3,39). Il basso livello di DHEA-S e la variazione di DHEA-S non sono stati associati a casi di CHD.

Conclusioni

Un basso livello di DHEA-S è associato a un aumento del rischio di HF e mortalità, ma non di CHD. Sono necessarie ulteriori indagini per valutare i meccanismi alla base di queste associazioni.

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