Trattamento con deidroepiandrosterone nell’uomo che invecchia: cosa deve sapere l’urologo?

Obiettivo

Il deidroepiandrosterone (DHEA) ha attirato una notevole attenzione come mezzo contro i decrementi dell’invecchiamento. Questa rassegna riassume gli studi clinici che valutano il DHEA come opzione terapeutica per le condizioni e le malattie legate all’età.

Metodi

Ricerca in PubMed di pubblicazioni documentate e abstract di convegni.

Risultati

I dati raccolti indicano che l’integrazione di DHEA per contrastare la sua graduale diminuzione con l’età è utile. Sono stati riportati effetti positivi sul sistema cardiovascolare, sulla composizione corporea, sulla BMD, sulla pelle, sul SNC e sul sistema immunitario. È stato dimostrato un miglioramento della funzione sessuale grazie al DHEA.

Conclusioni

Sebbene al momento non siano disponibili studi clinici a lungo termine (applicando gli standard dei metodi basati sull’evidenza), la coerenza dei dati e l’ampia esperienza pratica possono giustificare l’uso del DHEA negli uomini che invecchiano, a condizione che vengano seguite scrupolosamente le regole dell’endocrinologia classica, tra cui la diagnosi basata sul quadro clinico e sulle evidenze biochimiche, l’osservanza di valutazioni periodiche e l’aggiustamento individuale della dose per mantenere le concentrazioni sieriche nell’intervallo fisiologico dei giovani maschi. Essendo uno degli altri importanti fattori ormonali, il DHEA può ritardare e correggere i disturbi legati all’età solo fino a un certo punto.

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